Libri,  Narrativa

Pedro Páramo, di Juan Rulfo

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Recensione: Pedro Páramo è il primo e unico romanzo, pubblicato nel 1955, di Juan Nepomuceno Carlos Pérez Rulfo Vizcaíno, meglio conosciuto come Juan Rulfo.

Juan Rulfo autore di Pedro Páramo

Di cosa parla Pedro Páramo?

Juan Rulfo – Pedro Páramo (Einaudi)

Editore : Einaudi
Traduzione: Paolo Collo
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 142 pagine
ISBN-10 : 8806221620
ISBN-13 : 978-8806221621

Narra la storia di Juan Preciado che parte alla ricerca del padre, Pedro Páramo.

Dopo aver promesso alla madre in punto di morte che sarebbe andato a conoscere suo padre, Juan parte alla volta di Comala. Una volta arrivato, e dopo essersi lasciato alle spalle l’allegra cittadina di Colima, si ritrova in un paese fantasma, abbandonato alle intemperie e divorato dal tempo.
A Comala, Preciado incontra diverse persone, prima tra tutte doña Eduviges, la quale sembra conoscerlo da sempre. Rimane impietrito dal fatto che anche gli altri abitanti della cittadina lo conoscono, proprio come se avesse sempre abitato lì. Ma questo è solo l’inizio delle (oscure) avventure che il destino gli riserverà.

Analisi del romanzo

Juan Rulfo – Pedro Páramo. Ediz. spagnola

Editore : Logos; Poc edizione
Lingua : Spagnolo
Copertina flessibile : 256 pagine
ISBN-10 : 8437604184

Pedro Páramo è un libriccino di poco più di 100 pagine. Alla vista sembrerebbe un normale romanzo di narrativa latinoamericana. Tuttavia, in quelle poche pagine, racchiude un universo completamente ignoto al lettore italiano: il realismo magico nella sua forma più pura e accattivante s’impossessa di ogni parola scritta dall’autore e la fa propria. Vivi che parlano coi vivi, vivi che parlano coi morti, morti che parlano coi morti. Ecco il nocciolo di questo libro.

Comala è davvero un paese fantasma? I personaggi con cui parla Juan Preciado sono vivi o sono morti? Queste sono le domande che attanagliano il lettore nel corso della lettura.
Inoltre è importante sapere che il romanzo non è suddiviso in capitoli ma in ben sessantanove frammenti, i quali corrispondono a uno dei tre nuclei narrativi che identificano la storia. Infatti, se si presta attenzione a ciascun dettaglio (e in questo caso è molto importante farlo), è possibile notare come per ogni nucleo narrativo sia stato scelto un tempo verbale e un punto di vista differente.
Capire questa suddivisione è importante per comprendere in quale piano della narrazione ci troviamo: se nella Comala del presente, morta e colma di fantasmi, o nella Comala del passato, ricca e florida, ma soprattutto viva.

Piccola curiosità:

Pedro Páramo copertina del libro
Edizione italiana del 1960, traduzione di Emilia Mancuso

In origine Juan Rulfo, scrisse un romanzo di circa 800 pagine. Tuttavia, gli sembrava fosse eccessivamente lungo, noioso e pieno di dettagli insignificanti, così decise di apportare dei tagli drastici. Il tutto senza però preoccuparsi troppo di ciò che il lettore avrebbe potuto pensare. Ne venne fuori un piccolo grande capolavoro, che in sé racchiude una grande sfida per il lettore. I nuclei narrativi, infatti, non sono (all’apparenza) collegati tra loro. Dico “all’apparenza” perché, di fatto, ciascun nucleo racconta la sua storia, seguendo un filo logico ben saldo. Ma la struttura “a puzzle”, come amo definirla io, costringe chi decide di raccogliere il guanto di sfida, a fare ordine mentale e a recuperare tutti i tasselli per riposizionarli al loro posto e avere così un quadro completo della storia.

Consiglieresti Pedro Páramo?

Assolutamente sì. È uno dei libri che preferisco in assoluto! E nonostante la grande sfida di Rulfo, è leggibilissimo e facilmente comprensibile, se si presta la giusta attenzione.
Unico neo, ancora oggi non esiste una traduzione italiana perfetta. Nulla da togliere ai colleghi che si sono cimentati nell’impresa, anzi, se esistesse una medaglia al valore nel mondo della traduzione, se la meriterebbero tutta. Ciononostante, se il romanzo è “difficile” da leggere, diventa proprio ostico quando si tratta di adattarlo a una cultura diversa da quella messicana. Per questo motivo ne consiglio la lettura in lingua originale. Tuttavia, se non conoscete lo spagnolo, non disperate! Sebbene le traduzioni non siano perfettamente aderenti al testo originale, l’ultima di Paolo Collo edita da Einaudi, è sicuramente la migliore delle tre.

Giusto quest’anno si celebrano i 65 anni dell’uscita di questo bellissimo libro, vi lascio qui un bellissimo articolo del giornale messicano “La Razón”, pubblicato di recente.

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