Cicatrici, di Anne Mette Hancock
Recensione: Cicatrici è il secondo thriller di Anne Mette Hancock pubblicato in Italia da Giunti Editore. Si tratta di un thriller nordico psicologico dal sapore noir ed è ambientato in Danimarca, per la precisione a Copenhagen.
Leggi tutto: Cicatrici, di Anne Mette HancockLa trama di Cicatrici
Anne Mette Hancock – Cicatrici
Editore : Giunti Editore (12 luglio 2023)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 360 pagine
ISBN-10 : 880995727X
ISBN-13 : 978-8809957275
È una mattina come tante, nel gelido inverno di Copenhagen, quando scompare il piccolo Lukas Bjerre. Un bambino di soli dieci anni, particolarmente sensibile e dotato, che non sembrerebbe avere alcun motivo per essersi allontanato in modo volontario. Il padre Jens è medico e, nel momento in cui riceve la telefonata della scuola, la giornalista Heloise Kaldan si trova proprio nel suo studio. Le indagini vengono affidate al poliziotto Erik Schäfer. Famiglia, insegnanti, amici: ogni pista deve essere subito battuta, perché con l’arrivo della notte le temperature scenderanno ben al di sotto dello zero e le speranze di ritrovarlo vivo si ridurranno drasticamente. Quando nel parco vicino alla Nyholm Skole viene rinvenuto il cellulare di Lukas, emerge un dato interessante. Il bambino ha una particolare ossessione, la pareidolia, un fenomeno per il quale alcune persone sono portate a vedere dei volti in oggetti inanimati. Diventa così fondamentale capire dov’è stata scattata una foto che ha postato più volte sul suo profilo Instagram e che ritrae la porta di un vecchio fienile. Se fosse andato lì? Heloise sa di aver visto quell’edificio… ma dove? Inoltre, i compagni di scuola raccontano di un signore strano ma gentile, forse un po’ insistente, che regala sempre loro una mela, motivo per cui viene chiamato l’Uomo delle Mele… Come rintracciarlo? Mentre Heloise si trova ad affrontare un difficile momento con il suo compagno, il giornale per cui lavora le intima di seguire il caso del piccolo Bjerre, e lei sa che il burbero Erik non ne sarà per niente felice. Kaldan e Schäfer si troveranno di nuovo a collaborare per la risoluzione di questo secondo caso dal finale del tutto inaspettato. Perché ognuno di noi si porta dentro cicatrici con le quali prima o poi dovrà fare i conti.

Recensione
Prima di scrivere qualsiasi cosa, forse è necessario che io esprima il mio amore per il nord Europa. Da quando nel lontano 2006 vi ho messo piede per un viaggio in camper alla volta di Capo Nord, un pezzo di cuore è rimasto in Scandinavia dividendosi tra Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia. Fatta questa piccola premessa, possiamo proseguire parlando del libro.
Leggendolo mi sono accorta che non solo la città di Copenhagen veniva menzionata costantemente, ma anche alcuni specifici luoghi della città (il Kastellet, Østerbro, il føtex e molti altri). Così ho pensato di accostare un viaggio virtuale tramite Google Earth alla lettura di Cicatrici. Ciò che ne è venuto fuori è stata un’avventura che non avevo mai sperimentato prima. Sono riuscita a guidare insieme a Schäfer in giro per la città accompagnandolo nella sua indagine verso la risoluzione del caso.
Questa scelta mi ha permesso di immergermi a 360 gradi nel romanzo, di comprendere appieno gli spazi della città, ampi, verdi e puliti. Spazi che contrastano con l’atmosfera cupa dell’inverno quasi polare danese in cui un bambino di dieci anni sembra essersi smaterializzato nel nulla.

La struttura e lo sviluppo della trama di Cicatrici
La struttura di Cicatrici risulta essere ben solida. Anche nei momenti in cui sembra esserci una qualche falla, l’autrice sa sapientemente colmare la lacuna qualche pagina dopo, spiegando per filo e per segno ogni passaggio dell’indagine. Giuro che tutto, alla fine ha un suo tassello nel puzzle complesso della storia. Persino i vari plot twist dislocati tra le pagine e sganciati come un fulmine a ciel sereno, hanno una spiegazione. Letti di primo acchito, questi plot twist, possono sembrare forzati. Risultano essere infatti, quasi delle “illuminazioni” improvvise, manca solo il fantomatico fumetto con su scritto “Eureka!“. Solo proseguendo nella lettura ci si rende conto del lungo e contorto ragionamento che si cela dietro questa banalissima illuminazione.
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Sensazioni
Con una struttura così complessa e precisa, è improbabile che la trama subisca degli scossoni narrativi che possano renderla lacunosa o scontata. Questa si sviluppa lentamente, aumentando il ritmo narrativo sensibilmente man mano che si procede con la lettura. È quasi inevitabile, quindi, leggere Cicatrici con una voracità via via maggiore. Un po’ come su una montagna russa che ha solo una salita motorizzata, lenta. Una salita che ti fa appena percepire l’adrenalina che proverai di lì a pochi secondi, e che ti permette di ammirare il panorama da 50 metri d’altezza. E poi via, giù verso un abisso fatto di vortici, salite e discese più piccole che ti fanno salire il cuore in gola. Finché si arriva, decisamente sconvolti, alla fermata finale, dove ti sembra tutto confuso e allo stesso tempo terribilmente chiaro. Ma poi, alla fine, siamo sicuri che questa fermata sia davvero una fermata?
Il thriller nordico
È alla fine di questa montagna russa che sorge la domanda, tipica del thriller nordico: ma è davvero finita? Sì, perché, cari amanti del thriller, in questi libri gli autori ci lasciano con più domande che risposte. Durante le indagini scoperchiano un vaso di pandora, mettono in ordine i pezzi e lo richiudono. Ma siamo certi che abbiano rimesso in ordine tutti i pezzi? Che non ne abbiano tralasciato neanche uno?
Ecco, questa è la parte che preferisco dei thriller psicologici: le incertezze che invadono il lettore anche dopo l’epilogo.

