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La stagione dei ragni, di Barbara Baraldi

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Recensione: La stagione dei ragni è il nuovo romanzo thriller scritto da Barbara Baraldi uscito il 9 giugno per Giunti Editore. Ambientato nella Torino del 1988, il libro presenta il magistrato Scalviati alle prese con le indagini relative a dei misteriosi omicidi.

La stagione dei ragni, di barbara baraldi

La trama

La stagione dei ragni – Barbara Baraldi

Editore ‏ : ‎ Giunti Editore (9 giugno 2021)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 564 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8809905067
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8809905061

È l’estate del 1988, e a Torino si verifica un evento inspiegabile: il ponte Vittorio Emanuele sul fiume Po è completamente invaso da colonie di ragni e ricoperto di lunghissime ragnatele. Intanto il sostituto procuratore Francesco Scalviati si trova sulla scena di un crimine: una coppia di fidanzati uccisi in un luogo solitario dove si erano appartati. È il terzo omicidio che sembra imputabile alla stessa mano. Tra i presenti c’è anche Leda De Almeida, giornalista investigativa con un passato traumatico in Libano, che Scalviati tenta di dissuadere dall’intraprendere un’indagine autonoma. Ma a dare una svolta imprevista sarà l’arrivo di Isaak Stoner, analista dell’Fbi, che offre a Scalviati i nuovi potenti strumenti della criminologia, come il profiling e la teoria degli omicidi “seriali”.

Recensione de La stagione dei ragni

Sin dal prologo, La stagione dei ragni, è un thriller diverso. Nella mia recensione su Instagram (che potete leggere cliccando —> qui <—), ho scritto che probabilmente è il thriller più bello che abbia mai letto. Ebbene sì, Barbara Baraldi ha sbancato, accaparrandosi il primo posto nella mia personalissima classifica di autori thriller, superando addirittura Donato Carrisi, che da anni manteneva il primato regnando incontrastato.
Ma non sono qui per fare paragoni. Sono qui per spiegarvi cosa effettivamente mi ha conquistato.
Ho vissuto con l’ansia per 564 pagine intere, dalla prima all’ultima. I colpi di scena non mancano e… cari lettori, se volete cercare di scoprire chi è l’assassino prima che l’autrice stessa lo riveli, beh, buona fortuna! Io ci provo sempre e quasi sempre indovino. Ma stavolta no. Sfido chiunque di voi a non fallire in questa missione.
Anni e anni trascorsi a leggere thriller, a guardare documentari e serie tv sugli assassini, per poi fallire miseramente di fronte a un libro davvero ben scritto e curato in ogni dettaglio.

I personaggi

Personaggio fulcro della narrazione è senza subbio il magistrato Scalviati. Un poliziotto curioso, che ha tantissima voglia di imparare e migliorarsi. Negli anni Ottanta, infatti, in Italia non è ancora diffusa la tecnica del profiling, che arriverà di lì a poco da oltreoceano per stravolgere completamente le tecniche di indagine delle nostre forze dell’ordine. E Scalviati sarà in prima linea alla scoperta di questa nuova metodologia alla quale si applicherà con tutto se stesso, come uomo e come professionista. È disposto a tutto, pur di incastrare quel mostro che spaventa la città.

Accanto alla figura di Scalviati, troviamo la sua “nemesi” professionale: Leda De Almeida, una giornalista del quotidiano La stampa, interessata tanto quanto il magistrato a scovare l’identità del mostro. Leda è di origini catalane e ha un figlio adolescente, appassionato di fotografia, come il nonno e la mamma. Perché è importante sapere tutte queste cose di Leda e della sua famiglia? Solo leggendo il romanzo potrete scoprirlo, perché io non vi dirò nulla!

Lo stile

L’autrice ha delle grandi doti di scrittura, sa come rendere il testo scorrevole e accattivante. La scelta dei capitoli brevi è assolutamente super approvata dal pubblico dei lettori amanti del thriller. Ciò permette al ritmo della narrazione di essere incalzante, mai lento o monotono.
L’alternanza tra i punti di vista di Scalviati e Leda De Almeida, inoltre, permette al testo di prendere due strade totalmente autonome, ma complementari tra loro. Da un lato le vie giudiziarie, quelle ufficiali, che di tanto in tanto subiscono qualche battuta d’arresto per poi riprendere il loro cammino alla ricerca della direzione corretta. Dall’altra la via dell’inchiesta giornalistica, diretta da una donna forte, che vuole andare a fondo alla scoperta della verità. L’alternarsi delle due focalizzazioni, quindi, provoca anche un alternarsi di ritmi. Questa è una cosa molto apprezzata dalla maggior parte dei lettori amanti del genere, sempre alla ricerca di azione e dinamiche coinvolgenti e ricche di suspense.

Consiglieresti La stagione dei ragni?

Credo sia una domanda retorica, questa. perché in questo articolo ho proprio esordito dicendo che La stagione dei ragni è il più bel thriller che abbia mai letto. Quindi sì, è ovvio che lo consiglierei. Non so se una storia così forte può essere adatta al pubblico di lettori che si vuole avvicinare al genere. Credo dipenda da persona a persona. Io, personalmente, leggendo un testo simile come primo thriller impazzirei dalla voglia di leggere tutti gli altri thriller del mondo. Ma sono sicura di una cosa: tutti, e sottolineo tutti, gli amanti del genere, non possono perdersi questa meraviglia di libro.
Si ringrazia Giunti Editore per la copia omaggio

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