Libri,  Narrativa

Fiore di roccia, di Ilaria Tuti

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Recensione sul romanzo Fiore di roccia della scrittrice friulana Ilaria Tuti edito Longanesi

Ilaria Tuti autrice del libro Fiore di Roccia

Fiore di roccia è un romanzo di Ilaria Tuti, edito Longanesi Editore e uscito a giugno del 2020.

Narra la storia delle portatrici carniche, donne coraggiose che partivano quotidianamente alla volta del Pal Piccolo per aiutare i soldati al fronte durante la prima guerra mondiale. La storia è ambientata tra Timau e le alpi friulane e vede protagonista la giovanissima Agata, orfana di madre e con un padre gravemente malato.
È il 1915 quando giunge a valle la notizia che i soldati hanno bisogno di qualcuno che li aiuti. Hanno necessità che qualcuno porti loro armi e munizioni, ma anche viveri e medicinali. È Lucia, madre di quattro figli, la prima ad alzarsi e a dire: “Andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono di fame”. Agata, Caterina, Maria e Viola la seguiranno in questa coraggiosa missione. Tutte e cinque, insieme, sempre.

Come detto precedentemente, la storia è narrata in prima persona da Agata e si sviluppa in un lungo flashback, riconoscibile dall’uso dei tempi verbali al passato. Salta subito all’occhio del lettore come Ilaria Tuti, attraverso gli occhi e i pensieri della protagonista, riesca a disegnare un quadro ben delineato del Pal Piccolo: i suoi paesaggi innevati, la sua natura incontaminata e paradisiaca, in netto contrasto con le immagini della guerra che si sta combattendo pochi chilometri più su.

Il punto di vista della protagonista

Agata è una persona molto riflessiva e matura: sa leggere e nei libri ritrova tutto il conforto che la vita reale non riesce a darle. Il lettore di Fiore di roccia si ritrova spesso nella mente di questa giovane ragazza, nelle sue introspezioni, nelle sue riflessioni riguardo l’inutilità della guerra. Sì, perché la guerra non porta a nulla se non a commettere del male. Pensa spesso allo sguardo dei soldati sul fronte, alla loro paura che si riverbera nell’aria consapevoli di dover uccidere il “nemico” che è spaventato esattamente come loro.
Ogni mattina Agata si sveglia e carica sulle sue piccole spalle una gerla di quaranta chili, colma di tutto ciò che può essere utile ai ragazzi sul fronte: armi, munizioni, cibo, vestiti puliti, medicinali, posta. Camminava con le sue compagne per più di quattro ore, inerpicandosi sui sentieri della montagna con addosso il suo abito tradizionale e i suoi scarpetz (scarpe tradizionali friulane realizzate a mano con materiali di recupero come ritagli di stoffa e spago). Indipendentemente dalle condizioni atmosferiche e climatiche, le portatrici percorrevano quelle strade e quei sentieri ogni giorno, pur di aiutare il prossimo.

Opinioni sul libro

È una storia commovente, se consideriamo che narra di fatti realmente accaduti, di persone realmente esistite. Donne che, in una società patriarcale, riescono a riscattarsi grazie al loro coraggio e alla loro determinazione.
Un racconto di donne e madri di famiglia, rimaste sole in casa a badare ai figli, a prendersi cura del bestiame, a pregare perché i mariti, mandati a combattere chissà dove, possano rientrare a casa sulle loro gambe. 
Sono vicende di fame, di disperazione portata dalla guerra, una guerra che nessun civile ha cercato o voluto.
È la storia di persone semplici costrette a combattere in nome di una nazione che le ha spedite al fronte come carne da macello, mentre i generali impartiscono ordini a debita distanza, al sicuro da bombe e proiettili.

Tutto il romanzo è un continuo inno all’Amore. Sin dalle prime pagine si percepisce il legame che Agata ha con la sua terra, con i suoi boschi e le sue montagne. È un amore che va oltre la classica concezione di sentimento. È un amore nella sua forma più pura per tutto ciò che ci circonda e che fa parte, più o meno indirettamente, della nostra vita.

La natura, il nemico, gli animali, le persone a noi care: tutto dovrebbe essere apprezzato come un dono: dietro ogni valanga c’è della candida neve pronta ad abbracciarti, dietro il nemico c’è una persona come te, dietro ogni animale c’è un essere vivente che chiede solo affetto, dietro alle persone a noi care c’è tutta la forza dell’Amore che ci permette di vivere bene e in pace col mondo, anche quando tutto sembra capitolare.

Fiore di roccia è un libro che consiglierei?

Assolutamente sì. Fiore di roccia è uno dei pochi libri della narrativa contemporanea che non solo consiglio, ma che ritengo debba rientrare tra le letture scolastiche. Perché il modo in cui Ilaria Tuti affronta una tematica atroce e cruda come quella della Prima Guerra mondiale, è decisamente adatto anche ai ragazzi che si apprestano a sostenere gli esami di maturità. È il punto di vista di una piccola donna, poco più che adolescente, innamorata della vita al punto tale da non distinguere “alleati” e “nemici”. È una ragazza che aiuta le persone in difficoltà indipendentemente dal colore dell’uniforme.
Fiore di roccia è un libro che consiglierei a chiunque, anche a chi non legge assiduamente. Perché narra un fatto storico realmente accaduto, il coraggio delle portatrici carniche, donne dimenticate da molti.

Curiosità:

Le trincee risalenti alla prima guerra mondiale esistono ancora, proprio lì, sul Pal Piccolo.
Nel 1955 la caserma di Paluzza venne intitolata a Maria Plozner Mentil, unica caserma intitolata a una donna. Nel 1970 le venne conferita la nomina di Cavaliere di Vittorio Veneto.

Se vi ho incuriositi abbastanza e volete saperne di più, vi lascio qui sotto il video della presentazione del romanzo:

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