L’impostore, di Martin Griffin
Recensione: L’impostore è un thriller d’esordio scritto da Martin Griffin ed è edito in Italia da Giunti Editore. Ambientato in un hotel della Scozia, vede l’azione svolgersi nell’arco di una notte di tempesta di neve.
Leggi tutto: L’impostore, di Martin GriffinLa trama de L’impostore
Editore: Giunti Editore (4 gennaio 2023)
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 288 pagine
ISBN-10: 8809968956
ISBN-13: 978-8809968950
Per Remie Yorke questo è l’ultimo turno al Mackinnon Hotel prima della chiusura invernale. L’indomani potrà finalmente lasciare la Scozia e godersi il tepore di Santiago del Cile. Sempre che la tempesta di neve non blocchi ogni collegamento col mondo esterno… Mentre le temperature precipitano e le linee telefoniche si interrompono, un uomo ferito chiede rifugio. Si tratta dell’agente Don Gaines, rimasto coinvolto in un terribile incidente. L’unico altro sopravvissuto? Il detenuto che la sua squadra stava trasportando. Bisogna isolare l’hotel, controllare ogni via di uscita e mettere in sicurezza gli unici due ospiti dell’albergo.
Remie non capisce esattamente cosa stia succedendo, nonostante ciò l’unica cosa che può fare è mettersi a disposizione di quell’uomo; in fin dei conti è un poliziotto. Ma poco dopo arriva un secondo sconosciuto: anche lui è ferito e anche lui dichiara di essere Don Gaines. Stessa uniforme, stesso nome, stesso tesserino. Qualcuno sta mentendo e Remie, senza alcuna via di fuga, dovrà scoprire chi dei due sta dicendo la verità prima che sia troppo tardi. Perché se non la ucciderà il freddo, lo farà uno di loro…

Recensione de L’impostore
L’impostore è uscito il 4 gennaio 2023 e ha subito conquistato le vette delle classifiche. Immagino che questo successo sia dovuto alla peculiare atmosfera, molto british, per certi versi. Infatti mi ha ricordato molto i grandi classici gialli della letteratura inglese, come Agatha Christie e Sir Arthur Conan Doyle. Ma, al di là dell’atmosfera, il romanzo è decisamente contemporaneo.
L’idea di fare svolgere l’azione in una sola notte è particolare e personalmente l’ho apprezzata parecchio: è il primo segnale che mi fa pensare che Griffin sia una penna dal grande talento.
Ma procediamo con ordine e vediamo di snocciolare L’impostore in modo da comprenderlo al meglio.
Il romanzo inizia con un’atmosfera ottimista: Remie sta per finire il suo ultimo turno di lavoro al Mackonnon, un albergo di montagna. L’hotel è praticamente vuoto, a eccezione di due soli ospiti, perché a breve inizieranno dei lavori di ammodernamento. Tutto fila liscio come l’olio e Remie sta ultimando i preparativi per la sua partenza e, nel frattempo, scartabella alcuni documenti da mettere in ordine. Di tanto in tanto si affaccia per cercare di capire cosa stia accadendo all’interno della prigione che si trova poco distante dall’albergo: schiamazzi e disordini, ma nulla che non sia all’ordine del giorno.
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È proprio qui che la storia inizia a cambiare e l’atmosfera a incupirsi: un poliziotto ferito si presenta alla porta del Mackinnon. Si chiama Gaines e dice che stava trasportando un pericoloso criminale, che hanno avuto un grave incidente e il detenuto è l’unico sopravvissuto. Ed è fuggito. Poco dopo, un altro poliziotto bussa alla porta dell’hotel. Anche lui si chiama Gaines e racconta la stessa versione dei fatti dell’altro poliziotto.
Due poliziotti, stessa matricola, stesso nome…
… Chi dei due è l’impostore? Remie è decisamente confusa. Entrambi dicono che l’altro è un manipolatore, un uomo pericoloso. È da qui che il romanzo prende decisamente il via, ed è qui che interrompo la mia disquisizione sulla trama, che è comunque ben strutturata e che non presenta alcuna lacuna. L’unica cosa che posso ancora dire a riguardo, è che l’atmosfera da questo momento in poi assumerà in via definitiva tutti i connotati del noir più intenso. Tutte le domande, e posso assicurare che me ne sono posta tantissime, avranno una risposta, prima o poi, pertanto, se qualcosa non torna, il mio consiglio è di portare pazienza.

Ulteriori dettagli
I personaggi sono descritti a tutto tondo. La narrazione assume il punto di vista della protagonista, Remie, e quindi conosciamo solo i suoi pensieri e le sue riflessioni. Tuttavia c’è da ammettere che Remie ha una grande capacità: quella di studiare le persone. Soprattutto in una situazione di forte stress come quella narrata nel libro. Grazie a questa mossa strategica da parte dell’autore, i nostri co-protagonisti assumeranno una forma tridimensionale. Il risultato, per il lettore, è esattamente quello di sentirsi lì al fianco di Remie, se non addirittura di sentirsi Remie in persona.
A impreziosire il tutto, il susseguirsi di colpi di scena. Cosa che apprezzo in modo particolare nei thriller: mantiene attiva la mente, alta l’attenzione, ma soprattutto crea nel lettore un meccanismo per cui si tenta di scovare il colpevole prima che questo venga rivelato. Spoiler: non lo scoprirete se non alla fine del libro. Questo è certo.
In conclusione, questo thriller d’esordio è da 5 stelle piene. E se mi seguite su INSTAGRAM, sapete bene che non do quasi mai 5 stelle a un primo libro di un autore.

