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Marchio di fabbrica, di Domiziano Pontone

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Recensione: Marchio di fabbrica è un romanzo di Domiziano Pontone, edito Robin Edizioni e pubblicato il 7 settembre 2020. È un romanzo thriller ed è ambientato in Baviera.

marchio di fabbrica, l'autore Domiziano Pontone

La trama

Nel quieto entroterra della Baviera viene ritrovato un cadavere con un singolo numero tatuato sull’avambraccio. Un trio di poliziotti, capitanati da un commissario sanguigno, inizia a indagare, mentre il numero dei morti incrementa, con inquietanti caratteristiche che portano a pensare a uno specifico piano criminale. Col procedere degli assassinii e con l’incapacità della polizia di trovare il bandolo della matassa, la pressione diventa sempre maggiore fino a quando, per caso, emerge un particolare che pare tracciare un primo accenno di logica nell’operare dell’omicida seriale. Tuttavia, il progetto criminoso sarà molto più efferato e perverso di quanto le forze dell’ordine possano immaginare e inizierà una corsa contro il tempo avente in palio le vittime prescelte.

Analisi di Marchio di fabbrica

Balvi – Thriller Set di 3 segnalibri tematici. Ideale per Gli Amanti dei Thriller e romanzi polizieschi. La Confezione Contiene 3 segnalibri Assortiti.

Marchio di fabbrica è uno dei romanzi appartenenti alla collana Le giraffe noir di Robin Edizioni. In quanto tale, risulta molto diverso dal poliziesco I gatti vedono meglio al buio.

La storia si svolge nell’arco di un anno. Ha inizio il 12 gennaio e termina il 12 gennaio dell’anno successivo. Sebbene non sia specificato l’anno, risulta abbastanza semplice pensare che sia ambientato ai giorni nostri.

Sin dall’incipit il lettore si ritrova ad essere spettatore e parte attiva del romanzo. A capitoli alterni si troverà ad aiutare il trio di poliziotti o l’assassino. Insieme alle Forze dell’Ordine cercherà di rimettere insieme i tasselli di un puzzle troppo grande. In compagnia dell’assassino, cercherà di scoprirne i punti deboli, con l’inconscia intenzione di riferire tutto immediatamente alla polizia.

La lettura risulta piacevole e molto scorrevole, le 260 pagine volano via come foglie al vento. L’autore sa, senza dubbio, come essere accattivante e coinvolgere il suo pubblico. Tra una pinta di birra e un numero tatuato ci si ritrova spaesati tanto quanto i poliziotti durante le indagini.

Le mie opinioni su Marchio di fabbrica

Prima di dilungarmi sulle mie opinioni su Marchio di fabbrica, vorrei ringraziare l’ufficio stampa di Robin Edizioni per avermi omaggiato di una copia di questo splendido romanzo.

Devo dire che era molto tempo che cercavo un thriller avvincente. Un noir di tutto rispetto che mi desse la sensazione di claustrofobia che non provavo da mesi, ormai. Quando mi è stato consigliato questo titolo dall’Ufficio Stampa, sapevo fosse un bel romanzo, ma non avevo idea di cosa aspettarmi. Il turbine di emozioni che mi ha suscitato è difficile da spiegare. A tratti l’ansia mi divorava viva, nella speranza che la prossima vittima potesse scamparla. Subito dopo mi ritrovavo con un boccale di birra in mano a bere con l’ispettore Losstier e la sua squadra. E l’attimo dopo ancora ero con l’assassino, mentre lo guardavo tatuare il numero sull’avambraccio della sua nuova preda.

Un piccolo dettaglio arricchisce la trama

La tematica importante affrontata all’interno del romanzo, diventa il fulcro attorno al quale la storia ruota. Ma non posso dirvi quale sia l’argomento di base, altrimenti potrei rivelare troppo e… no, questo romanzo merita di essere letto, e non spoilerato.

Tutto ciò che vi è necessario sapere su questo romanzo è che Losstier è il protagonista principale, insieme ai suoi due compagni. E insieme conducono l’indagine su un serial killer che ha pianificato tutto in ogni minimo dettaglio. Un vero genio del crimine. Sempre un passo avanti ai poliziotti, sarà davvero difficile riuscire a catturarlo. E vi dirò anche che sono rimasta con questo dubbio attanagliante fino alla fine.

Consiglieresti Marchio di fabbrica?

Assolutamente sì. Come ben saprete, il thriller è il mio genere preferito in assoluto e quindi sono molto schizzinosa a riguardo. Per me un thriller come si deve, non solo deve insinuare nel lettore un costante sentimento d’ansia, ma deve anche impedirgli di indovinare il colpevole prima che sia l’autore stesso a rivelarne l’identità. Marchio di fabbrica e Domiziano Pontone hanno decisamente superato questo mio piccolo e personalissimo test. Per cui, se avete voglia di inoltrarvi nella bellissima Baviera, alla ricerca di un serial killer geniale che pratica solo delitti perfetti, questo è il romanzo che fa per voi.

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