La piazza, di Angela Vecchione
Recensione: La piazza è un romanzo ambientato a Napoli. In un mix di realtà e finzione, l’autrice Angela Vecchione racconta una Napoli degli anni Ottanta in cui la Camorra, lo spaccio e la violenza si fondono nelle vite dei protagonisti. Il romanzo è edito Robin Edizioni ed è uscito nel novembre del 2020.
La trama di La piazza
Antonio ha un peso che lo opprime, ricordi che solo l’eroina può rendere sopportabili. Giuliana tiene nascosto dentro di sé un passato traumatico, da cui vorrebbe fuggire. Domenico, invece, il passato non lo vuole dimenticare, perché nessun altro debba subire la sua stessa ingiustizia. Salvatore dell’illegalità ha fatto un mestiere, legandosi alla camorra. Storie diverse, ma tutte legate a Rosa, una donna plasmata da legami famigliari in cui crede ostinatamente, nonostante gli abusi subiti dagli uomini della sua vita. Tutti eccetto Domenico che, come i suoi figli, le ha dato solo amore. Proprio quando una verità tremenda riemerge, a Rosa tocca l’onere di difendere la sua famiglia dai criminali legati al marito e mettere in salvo il futuro dei suoi figli. A qualunque costo.
Analisi di La piazza
Editore : Robin Edizioni (4 novembre 2020)
Lingua: : Italiano
Copertina flessibile : 280 pagine
ISBN-10 : 8872747295
ISBN-13 : 978-8872747292
È un romanzo semplice e complesso al tempo stesso. Questo perché le tematiche trattate dall’autrice possono essere considerate indubbiamente interessanti e curiose, ma non semplici. La droga, la camorra, la violenza. Sono tutti argomenti che acquisiscono importanza giorno dopo giorno nella vita di tutti i giorni. Si tratta di situazioni delicate che non possono essere prese alla leggera, mai. Dall’altro lato, in netto contrasto (ma neanche troppo) con il tema di fondo del romanzo, il lessico e lo stile. Angela Vecchione ha optato per un registro informale, molto colloquiale.
I personaggi
D’altronde, i protagonisti vivono le loro vite tra i quartieri della Napoli assediata dalla camorra. Stereotipo? Forse. Ma non del tutto vero. In un contesto come quello che chiunque si sta immaginando leggendo queste parole, l’autrice inserisce il personaggio di Rosa. Nata nella violenza, cresciuta nell’emarginazione, diventata adulta passando dalla casa del padre a quella del marito. Rosa potrebbe essere interpretata come la speranza di una Napoli migliore, sana e salva, che si porta dietro (e dentro) tutte le cicatrici del passato, che l’hanno resa una città migliore.
Intorno a Rosa, gravitano gli altri protagonisti della storia, anch’essi molto diversi tra loro. Ognuno viene messo in risalto grazie al continuo cambio di punto di vista del narratore. È grazie a questo espediente che ognuno dei personaggi riesce a prendere forma, caratterizzato da un’evoluzione (o involuzione) che ne permette la definitiva realizzazione.
Le mie opinioni su La piazza
Avrei così tante cose da dire su questo libro, che non basterebbe neanche lo spazio di un solo articolo. Ma cercherò di essere breve.
Quando ho ricevuto il comunicato stampa su La piazza, ho subito desiderato leggerlo. Avevo il sentore che fosse uno di quei libri difficili da digerire, ma che fanno bene all’anima. E devo ammettere che le mie aspettative non sono state deluse, anzi. È vero che violenza, camorra e droga sono argomenti che vanno a braccetto, ma non è facile coniugarli con l’eleganza che ha contraddistinto Angela Vecchione.
Ogni scena è inestricabilmente legata a quella precedente e a quella successiva. Lo stesso vale per i dialoghi. L’alternanza di italiano e dialetto conferisce al testo un senso di realtà tale da portare il lettore a chiedersi se quella narrata è una storia vera oppure del tutto inventata.
Il mio confronto con l’autrice
Spinta dalla curiosità e dall’impazienza di scoprire quanto di vero ci fosse nel romanzo, ho tagliato la testa al toro e posto fine alla sofferenza del mio intelletto e ho posto questa domanda all’autrice. Mi ha risposto – e qui filtro il messaggio perché quello originale contiene spoiler – che alcuni dei personaggi sono ispirati a persone realmente esistite, mentre altri sono di fantasia.
Consiglieresti La piazza?
Assolutamente sì. Non immaginatevi un romanzo alla Gomorra. Non si tratta, infatti, di una mera denuncia degli atti mafiosi che caratterizzano la città di Napoli. Ma si tratta piuttosto di un inno di speranza. La speranza che la città possa liberarsi di questo grande male.
È per questo che consiglio la lettura di La piazza. Perché è un romanzo che fa bene, un romanzo che fa crescere e riflettere. Lo consiglio a chiunque.
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